IMPEGNO PUBBLICO E ATTIVITA’ ISTITUZIONALE – Aggiornato a dicembre 2014

Cultura e creatività: infrastrutture fondamentali su cui puntare per uscire dalla crisi. Una ricerca della Regione Emilia-Romagna lo conferma.

culturaPuntare sulla centralità delle competenze, promuovere il lavoro giovanile, investire su creatività e innovazione, modernizzare la gestione dei beni artistici e culturali e avviare politiche fiscali capaci di sostenere l’attività culturale stessa. Sono le cinque priorità contenute nell’appello “Ripartire dalla cultura”, in cui si chiede a chi si candida per governare l’Italia nei prossimi anni di assumere precisi impegni programmatici per il rilancio della cultura e del paese.

Ho sottoscritto con piena convinzione l’appello, perché credo che la promozione della produzione creativa e della fruizione culturale, nonché la tutela del nostro straordinario patrimonio artistico, uniti al sostegno all’istruzione, all’educazione e formazione permanente, alla ricerca e alla valorizzazione delle conoscenze, siano il volano attraverso il quale far ripartire il nostro Paese e non semplici aree o “categorie” da tagliare con l’accetta o sulle quale risparmiare a priori come è stato purtroppo per troppo tempo.

È infatti opinione piuttosto diffusa che l’economia e le attività culturali siano termini dissimili, se non addirittura antitetici. Da un lato si pensa che l’arte, nella sua concezione più generica (performativa, visiva o plastica), non possa essere analizzata con gli strumenti dell’economia; dall’altro si tende a pensare al patrimonio storico e artistico – quando va bene – sotto il profilo della sola conservazione e non della sua valorizzazione economica. Eppure nel nostro Paese le cifre ci raccontano un’altra storia: 14 mila sono le associazioni culturali nelle quali ogni anno vengono organizzati 2 mila festival, inaugurate 10 mila mostre, organizzate 41 mila manifestazioni all’aperto e allestiti, secondo dati SIAE, 141 mila spettacoli. Se non bastasse, l’Italia è il primo paese al mondo per numero di siti iscritti nel Patrimonio mondiale UNESCO (47 su 936) e, nel 2005, il secondo esportatore mondiale di design, con una quota di mercato globale dell’8,3%.

Vi sono varie ragioni che mi portano a credere che sia necessaria una rivoluzione nel rapporto tra sviluppo e cultura, includendo in questo ultimo termine l’educazione, l’istruzione, la ricerca scientifica, la conoscenza e l’arte.

Prima di tutto si tratta di un settore con una forte rilevanza economica e occupazionale, in grado di produrre reddito: l’incidenza diretta sull’intero sistema produttivo italiano va ben oltre il 2%. Vi è poi una ricaduta positiva sul turismo, la cui componente culturale (soggiorni in città d’arte, partecipazione a festival o spettacoli, visite al patrimonio artistico e museale) caratterizza un crescente flusso di visitatori.

In secondo luogo, la cultura è il settore dinamico per eccellenza: secondo i dati OCSE, negli anni duemila in Europa la produzione del settore creativo e culturale sarebbe cresciuta più di quello manifatturiero.

Infine, in terzo luogo, credo che la cultura abbia un ruolo determinante di consolidamento della sfera pubblica democratica, in grado di valorizzare stabilmente i saperi e di costruire una cittadinanza partecipe e attenta. L’offerta culturale, che non deve essere ridotta a mera fruizione consumistica, contribuisce infatti alla crescita umana e genera allo stesso tempo un ambiente sociale più ricco e attrattivo.

In Emilia-Romagna l’industria culturale e creativa è stata oggetto di un’interessante ricerca dal titolo “Emilia-Romagna: cultura, creatività e territorio”, realizzata da Ervet in collaborazione con l’Osservatorio dello spettacolo, per l’assessorato regionale alla Cultura. E anche in questo caso, i numeri parlano di un settore vivace e in continua espansione. Secondo dati del 2009, risultano attive 524 imprese nello spettacolo dal vivo (società, cooperative, fondazioni, associazioni teatrali, musicali e di danza), cui vanno aggiunte 154 imprese di produzione nel settore musicale, altre 136 imprese che operano nella produzione cinematografica e audiovisiva e quelle che gestiscono gli oltre 240 esercizi cinematografici (460 schermi complessivi). Dai dati Enpals 2009, si può stimare che il personale addetto a queste attività sia nell’ordine degli oltre 11 mila addetti, che arrivano a 15 mila se si considerano anche le forme di collaborazioni a progetto per varie mansioni tecnico-operative. Sul fronte degli spettacoli dal vivo, infine, per il periodo 2004-2009, il numero di spettatori in regione è aumentato del 17% mentre in Italia è cresciuto dell’8%. A fronte di questi numeri, la Regione ha approvato il “Programma regionale in materia di spettacolo” che fissa a 18 milioni di euro gli investimenti per il triennio 2012-2014. Investire in cultura e in attività intellettuali e legate al benessere e alla qualità della vita, significa investire anche in settori dal concreto impatto in termini occupazionali, di lavoro e impresa, nonché di valorizzazione dei territori.

Quello che serve dunque è soprattutto un cambiamento nella visione complessiva della società, dell’economia, della pubblica amministrazione, del mondo dell’associazionismo e delle imprese culturali. Guardare al futuro significa credere nel valore pubblico della cultura, nella sua capacità intrinseca di produrre senso e comprensione del presente, nelle sue potenzialità di creare identità, inclusione, democrazia ma anche uno sviluppo economico di qualità (imperniato sul “ben essere”). La cultura, insieme all’ambiente, è la vera infrastruttura da tutelare e valorizzare.

Sono convinto che la cultura debba tornare al centro dell’azione di governo, diventando la nostra guida al cambiamento. Solo investendo sulla capacità di produrre nuova conoscenza e innovazione si può rigenerare speranza e gettare le basi per realizzare un futuro di equilibrata prosperità economica e sociale, nessuno escluso.

 

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Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, ci son quelli che lottano più giorni e sono più bravi, poi ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora più bravi, infine ci sono quelli che lottano tutta una vita...essi sono gli indispensabili!

(Bertolt Brecht)

E' felice colui che sa dare senza ricordare ed è capace di ricevere senza dimenticare

(Che Guevara)

Non possono esistere i "solamente uomini", gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti

(Antonio Gramsci)

AMARE IL MONDO

Ci impegniamo, noi e non gli altri,

unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto, né che sta in basso,

né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo:

senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna,

senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna,

senza cercare perché non si impegna. Se qualche cosa sentiamo di "potere"

e lo vogliamo fermamente è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo,

si muta se noi ci facciamo nuovi, ma imbarbarisce

se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi. Ci impegniamo:

per trovare un senso alla vita, a questa vita

una ragione che non sia una delle tante ragioni

che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore.

Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per amarlo.

(Bertolt Brecht)

Come non ho timore di confessare l'utopia del socialismo, così non ho timore di confessare l'altra utopia, la più grande e la più pericolosa, che tutti gli uomini, come è scritto nella nostra Costituzione, avranno un giorno su questa terra pari e piena dignità sociale.

(Lelio Basso)

Davvero, vivo in tempi bui!

La parola innocente è stolta. Una fronte distesa

vuol dire insensibilità. Chi ride,

la notizia atroce

non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando

discorrere d'alberi è quasi un delitto,

perchè su troppe stragi comporta silenzio!

E l'uomo che ora traversa tranquillo la via

mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici

che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.

Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla

di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.

Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,

e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".

Ma come posso io mangiare e bere, quando

quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e

manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?

Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.

Nei libri antichi è scritta la saggezza:

lasciar le contese del mondo e il tempo breve

senza tema trascorrere.

Spogliarsi di violenza,

render bene per male,

non soddisfare i desideri, anzi

dimenticarli, dicono, è saggezza.

Tutto questo io non posso:

davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,

quando la fame regnava.

Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,

e mi ribellai insieme a loro.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.

Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.

Feci all'amore senza badarci

e la natura la guardai con impazienza.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.

La parola mi tradiva al carnefice.

Poco era in mio potere. Ma i potenti

posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta

era molto remota.

La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me

quasi inattingibile.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi

dove fummo travolti

pensate

quando parlate delle nostre debolezze

anche ai tempi bui

cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,

attraverso le guerre di classe, disperati

quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:

anche l'odio contro la bassezza

stravolge il viso.

Anche l'ira per l'ingiustizia

fa roca la voce. Oh, noi

che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,

noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora

che all'uomo un aiuto sia l'uomo,

pensate a noi

con indulgenza.

(Bertolt Brecht, “A coloro che verranno”, 1939)

Un libro prima di essere un oggetto di mercato è un rapporto sociale

(sensibili alle foglie)

www.sensibiliallefoglie.it - www.libreriasensibiliallefoglie.com

C'è un'unica

verità elementare

la cui ignoranza uccide

innumerevoli idee

e splendidi piani:

nel momento in cui

uno si impegna a fondo,

anche la Provvidenza

allora si muove.

Infinite cose accadono

per aiutarlo,

cose che altrimenti

non sarebbero

mai avvenute...

Qualunque cosa tu possa fare,

o sognare di poter fare

cominciala.

L'audacia ha in sé genio,

potere e magia.

Cominciala adesso.

(J. W. Goethe)

... prepareremo giorni e stagioni

a misura dei nostri sogni

( Paul Eluard)

No, giovani, armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purchè la vostra scelta presupponga il principio di libertà. Se non lo presuppone voi dovete respingerla, altrimenti vi mettereste su una strada senza ritorno, una strada al cui termine starebbe la vostra morale servitù: sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri. Se non volete che la vostra vista scorra monotona, grigia e vuota, fate che essa sia illuminata dalla luce di una grande e nobile idea. A voi tutti i più fervidi auguri per l'anno che sta sorgendo?

(Sandro Pertini, 31 dicembre 1978)

"La teoria pura va lasciata a coloro che hanno il buon tempo di riflettere soltanto, ma non hanno il tempo da dedicare alle vittime di questa terra"

(J.H. Cone)

La libertà ... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica

(Ignazio Silone, Uscita di Sicurezza)

Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere

(Paulo Coelho)

Non c'è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo sapiens. Ogni uomo infine, all'infuori della sua professione esplica una qualche attività intellettuale, è cioè un "filosofo", un artista, un uomo di gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare.

(Antonio Gramsci)

Un'antica leggenda cinese parla del filo rosso del destino, dice che gli dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai.

Jake Bohm (David Mazouz), in Touch, 2012

Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa,mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore. E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.

(Josè Saramago)

C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.

(Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno che ami e lui ricambia stringendoti più forte

(Charles Bukowski)

I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;

sempre liberi di separarsi senza separarsi mai

(Alfred Bougeard)

Incontrarsi fu trovarsi. Nel momento misterioso in cui le loro mani si toccarono, esse si saldarono.

Quando quelle due anime si scorsero, si riconobbero come necessità reciproca e si abbracciarono indissolubilmente

(I miserabili - Victor Hugo)