IMPEGNO PUBBLICO E ATTIVITA’ ISTITUZIONALE – Aggiornato a dicembre 2014

Sul 25 aprile: a partire da Predappio

Il 25 aprile è una data storica per l’Italia, commemora infatti la pagina più alta, quella della liberazione avvenuta nel 1945 dal giogo nazifascista, dopo una tirannia durata oltre 20 anni che aveva portato sopraffazione, violazione delle libertà individuali, soppressione della libertà di stampa, persecuzioni, confino e uccisioni degli avversari politici.
L’Italia e gli italiani, finalmente liberati grazie all’intervento delle forze armate alleate, si riappropriavano, pur fra i tanti danni economici e fisici, in quel giorno anche di un altro valore: quello della dignità di popolo.
Lo sbarco alleato in Sicilia, la lenta risalita verso il nord delle truppe, la strenua difesa delle linea gotica da parte delle truppe tedesche rendeva allora l’Italia una terra liberata a metà, e l’orgoglio del nostro popolo e l’anelito di liberazione dal fascismo, divenuto anche più insopportabile e becero nella sua versione repubblichina, quella di Salò, spinse le diverse anime democratiche nelle terre ancora da liberare a creare i nuclei partigiani, i ragazzi e le ragazze delle montagne che riscattarono con il loro sacrificio in vite umane e sofferenze inaudite, appunto, la dignità del popolo italiano.
Ragazzi e ragazze allora sacrificati e immolati per la liberazione e qui, ora, nella Predappio che diede i natali al Duce, i Giovani Democratici, ragazze e ragazzi di oggi, ci richiamano a una memoria vigile e attenta ai valori, con l’inaugurazione di una targa per onorare la Resistenza antifascista.
Non un gesto provocatorio, ma un gesto di rispetto della memoria resistente, posto in una cittadina, dove tutto ebbe inizio, dove ancora patetiche missioni e pellegrinaggi di nostalgici fuori dal tempo e dalla storia, ostinatamente arrivano per coltivare un mito inviso alla coscienza dei predappiesi innanzitutto.
Una considerazione specifica va fatta per gli abitanti di Predappio: gli italiani si sedettero al tavolo dei vinti, ma grazie al riscatto morale prodotto dalla Resistenza, lotta di liberazione e non guerra civile come vorrebbe un certo revisionismo deteriore, fu consentito nel giro di pochi anni il superamento del pregiudizio che vedeva negli italiani gli alleati di Hitler.
Predappio e i suoi abitanti invece, nonostante la riappropriazione immediata della coscienza civile e democratica attraverso l’esercizio del voto e la connotazione decisamente democratica delle istituzioni elette, sono rimasti compressi e schiacciati dalla ostinata coltivazione della memoria negativa. Così è stato più difficile metabolizzare e liberarsi dai feticci di una memoria scomoda e ingombrante, per via del perpetuare ostinatamente il culto del Duce, che qualcuno osa ancora definire statista e non dittatore, organizzando visite e parate discutibili alla tomba o a Villa Carpena.
I predappiesi e i loro sindaci sono da allora e sempre antifascisti, è stato difficile per loro, penso in particolare a quelli che conosco personalmente e da vicino Ivo Marcelli e Giorgio Frassineti, trovare una strada che, senza preclusioni mentali, facesse pian piano superare alla cittadina il greve mito del dux fascista, anche trasformando e destinando la casa feticcio in centro di studi e documentazione sulla storia delle dittature. L’attiva presenza del Sindaco Giorgio Frassineti alla vita democratica della nostra comunità e i suoi pungenti, sarcastici e sagaci interventi sulle pagine dei giornali testimoniano come la cultura antifascista sia parte del suo DNA, come lo è delle forze della sinistra e del centrosinistra, del PD e dei Giovani Democratici che testimoniano con gesti concreti la riconoscenza che noi tutti dobbiamo alla Resistenza.
C’è una necessità impellente a cui dobbiamo rispondere con una ritrovata unità di intenti, ci sono parole che troppo spesso si mutuano dagli scritti preziosi e indimenticabili dei vecchi padri costituenti che ebbero il grandissimo merito di sapersi fondere in una azione comune che giustamente chiamiamo il secondo Risorgimento italiano.
La situazione politica del nostro Paese da qualche tempo ha assunto una deriva populista che deve preoccupare, una larvata e subdola erosione dei diritti così duramente conquistati, un revisionismo e una compressione della dialettica democratica e parlamentare che le coscienze non possono accettare: Valiani, Calamandrei, Parri, Togliatti, Pertini, Nenni, Enzo Biagi e tanti altri intellettuali e giornalisti di allora si rivolterebbero nelle tombe, Bocca, Travaglio, Santoro, Saviano e altri sono ancora recentemente sottoposti a misure di censura, epiteti, denigrazioni che richiamano il vecchio sepolto regime. Facciamo tutti assieme in modo che non si scoperchino tombe di una storia passata, non cediamo di un centimetro dalla nuova linea gotica che difende la democrazia di questa Italia: non ce lo perdonerebbero i padri che hanno conquistato democrazia e costituzione per noi, non ce lo perdonerebbero i nostri figli per non averla ereditata intatta da noi.
 
Thomas Casadei
Consigliere regionale PD

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  1. Resistenza e memoria | Thomas Casadei Consigliere Regionale - […] 24/04/2010 Sul 25 aprile: a partire da Predappio […]

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Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, ci son quelli che lottano più giorni e sono più bravi, poi ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora più bravi, infine ci sono quelli che lottano tutta una vita...essi sono gli indispensabili!

(Bertolt Brecht)

E' felice colui che sa dare senza ricordare ed è capace di ricevere senza dimenticare

(Che Guevara)

Non possono esistere i "solamente uomini", gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti

(Antonio Gramsci)

AMARE IL MONDO

Ci impegniamo, noi e non gli altri,

unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto, né che sta in basso,

né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo:

senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna,

senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna,

senza cercare perché non si impegna. Se qualche cosa sentiamo di "potere"

e lo vogliamo fermamente è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo,

si muta se noi ci facciamo nuovi, ma imbarbarisce

se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi. Ci impegniamo:

per trovare un senso alla vita, a questa vita

una ragione che non sia una delle tante ragioni

che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore.

Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per amarlo.

(Bertolt Brecht)

Come non ho timore di confessare l'utopia del socialismo, così non ho timore di confessare l'altra utopia, la più grande e la più pericolosa, che tutti gli uomini, come è scritto nella nostra Costituzione, avranno un giorno su questa terra pari e piena dignità sociale.

(Lelio Basso)

Davvero, vivo in tempi bui!

La parola innocente è stolta. Una fronte distesa

vuol dire insensibilità. Chi ride,

la notizia atroce

non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando

discorrere d'alberi è quasi un delitto,

perchè su troppe stragi comporta silenzio!

E l'uomo che ora traversa tranquillo la via

mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici

che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.

Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla

di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.

Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,

e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".

Ma come posso io mangiare e bere, quando

quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e

manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?

Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.

Nei libri antichi è scritta la saggezza:

lasciar le contese del mondo e il tempo breve

senza tema trascorrere.

Spogliarsi di violenza,

render bene per male,

non soddisfare i desideri, anzi

dimenticarli, dicono, è saggezza.

Tutto questo io non posso:

davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,

quando la fame regnava.

Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,

e mi ribellai insieme a loro.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.

Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.

Feci all'amore senza badarci

e la natura la guardai con impazienza.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.

La parola mi tradiva al carnefice.

Poco era in mio potere. Ma i potenti

posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta

era molto remota.

La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me

quasi inattingibile.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi

dove fummo travolti

pensate

quando parlate delle nostre debolezze

anche ai tempi bui

cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,

attraverso le guerre di classe, disperati

quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:

anche l'odio contro la bassezza

stravolge il viso.

Anche l'ira per l'ingiustizia

fa roca la voce. Oh, noi

che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,

noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora

che all'uomo un aiuto sia l'uomo,

pensate a noi

con indulgenza.

(Bertolt Brecht, “A coloro che verranno”, 1939)

Un libro prima di essere un oggetto di mercato è un rapporto sociale

(sensibili alle foglie)

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C'è un'unica

verità elementare

la cui ignoranza uccide

innumerevoli idee

e splendidi piani:

nel momento in cui

uno si impegna a fondo,

anche la Provvidenza

allora si muove.

Infinite cose accadono

per aiutarlo,

cose che altrimenti

non sarebbero

mai avvenute...

Qualunque cosa tu possa fare,

o sognare di poter fare

cominciala.

L'audacia ha in sé genio,

potere e magia.

Cominciala adesso.

(J. W. Goethe)

... prepareremo giorni e stagioni

a misura dei nostri sogni

( Paul Eluard)

No, giovani, armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purchè la vostra scelta presupponga il principio di libertà. Se non lo presuppone voi dovete respingerla, altrimenti vi mettereste su una strada senza ritorno, una strada al cui termine starebbe la vostra morale servitù: sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri. Se non volete che la vostra vista scorra monotona, grigia e vuota, fate che essa sia illuminata dalla luce di una grande e nobile idea. A voi tutti i più fervidi auguri per l'anno che sta sorgendo?

(Sandro Pertini, 31 dicembre 1978)

"La teoria pura va lasciata a coloro che hanno il buon tempo di riflettere soltanto, ma non hanno il tempo da dedicare alle vittime di questa terra"

(J.H. Cone)

La libertà ... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica

(Ignazio Silone, Uscita di Sicurezza)

Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere

(Paulo Coelho)

Non c'è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo sapiens. Ogni uomo infine, all'infuori della sua professione esplica una qualche attività intellettuale, è cioè un "filosofo", un artista, un uomo di gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare.

(Antonio Gramsci)

Un'antica leggenda cinese parla del filo rosso del destino, dice che gli dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai.

Jake Bohm (David Mazouz), in Touch, 2012

Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa,mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore. E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.

(Josè Saramago)

C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.

(Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno che ami e lui ricambia stringendoti più forte

(Charles Bukowski)

I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;

sempre liberi di separarsi senza separarsi mai

(Alfred Bougeard)

Incontrarsi fu trovarsi. Nel momento misterioso in cui le loro mani si toccarono, esse si saldarono.

Quando quelle due anime si scorsero, si riconobbero come necessità reciproca e si abbracciarono indissolubilmente

(I miserabili - Victor Hugo)