IMPEGNO PUBBLICO E ATTIVITA’ ISTITUZIONALE – Aggiornato a dicembre 2014

Lo sguardo al futuro e all’Europa dei romagnoli contemporanei.

Alcuni interventi sulla “questione Romagna” nei giorni scorsi hanno richiamato, tra altre cose, i rapporti tra presente e passato. Se si vuole adottare questa prospettiva, specie con riferimento all’approccio dialogico alle questioni, mi permetto di scomodare il buon vecchio Voltaire il quale affermava: “Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee”.
Nessuno, tantomeno il sottoscritto, vuole impedire a chicchesia di produrre idee e progetti, di ipotizzare realtà diverse, ma siccome tra il pensarle e il metterle in atto passa di mezzo il consenso di tutti mi sembra ovvio che anch’io possa avere ed esprimere pubblicamente la mia idea, seppure diversa dai signori che mi hanno chiamato in causa.
Mi dispiaccio sinceramente per i toni e gli appellativi (“professorino”) rivoltimi, con intento dichiaratamente dispregiativo (il mostruoso connubio con la lega e il pdl – o quel che ne resta – fanno scuola anche tra le fila del MAR); ritengo non aiutino un dialogo sereno su argomenti che vedono ugualmente coinvolti i cittadini di un territorio, a prescindere dalla loro storia, dalla loro formazione, dalla loro professione, dalla loro età.
Anch’io sono romagnolo, e mi sento tale nell’accezione più allargata ovvero emiliano-romagnolo e francamente riconosco tutta la fortuna di appartenere a questo territorio ricco e da tempo ben governato. Ma sono un romagnolo da sempre con lo sguardo oltre i confini (ho studiato e mi sono laureato a Bologna, ho conseguito il dottorato a Pisa, lavoro da un decennio tra Modena e Reggio Emilia, giro la regione e l’italia, sempre guardando all’Europa e al mondo).
Non ritengo che la divisione, la cui idea deriva da antichi studi, della Romagna dall’Emilia possa produrre effetti migliorativi per la nostra terra nel 2010 e guardando al futuro. Proprio non riesco a comprendere come questa separazione potrebbe produrre un miglioramento in termini di razionalizzazione delle spese pubbliche, di PIL regionale, di qualità di un sistema territoriale e me ne sfugge anche il senso politico in tempi di globalizzazione e in tempi in cui le grandi regioni di Europa si coordinano e uniscono tra loro. Forse ai sapienti saggi che discettano di Romagna servirebbe qualche buona lezione di geografia, di geopolitica, di storia economica e sociale dei tempi moderni…
Per evidenti questioni anagrafiche non ho fatto la guerra e non ho scritto con il mio sudore la Costituzione, ma quotidianamente – sia sul piano dell’insegnamento e della ricerca sia sul piano politico e istituzionale – mi impegno affinché questa venga rispettata. Non fanno così gli amici del MAR che la Costituzione la calpestano e viola ogni giorno e fa davvero specie che chi si richiama alla Resistenza e allo spirito della Costituzione finga di non vedere questo scempio attuato dal più grande evasore del paese Silvio Berlusconi e dai leader razzisti e xenofobi della Lega Nord.
E’ vero, l’articolo 132 del nostro ordinamento prevede la possibilità – e sottolineo possibilità di creare – nuove Regioni. In qualità dicittadino della Repubblica e di amministratore ho letto e studiato il quesito giungendo alla conclusione che nel caso della nostra regione non sussistano, a mio avviso, le necessità di una divisione, ma che anzi questa produrrebbe solamente profondi danni.
Se vogliamo parlare di numeri vorrei chiarire che la giunta regionale è composta da 14 membri e non da 13 e che 2 – stando a mero dato della provenienza – sono i Romagnoli presenti, forse l’On. Servadei aveva dimenticato il presidente della Giunta Vasco Errani il quale, nato a Massa Lombarda, è annoverabile a tutti gli effetti tra i romagnoli. Ma mi chiedo quanto rilevi la provenienza locale nel contesto di un’istituzione che deve risolvere questioni di ampia portata e soprattutto guardare all’orizzonte europeo e delle democrazie avanzate non alle patetiche mitologie di Pontida o alla Libia di Gheddafi. Un’istituzione che – come hanno opportunamente scritto anche alcuni rappresentanti di quel che resta del PRI – deve inserirsi in “filiere internazionali”, collegandole con le specificità dei territori.
Poi ci terrei a precisare che nessuno nel PD della scorsa legislatura si era mai speso per aumentare il numero dei consiglieri ma, anzi, è vero il contrario; in un verbale del 9 dic 2008 all’odg era previsto l’oggetto 4205 a titolo revisione statuto della Regione Emilia Romagna: riduzione del numero dei componenti l’Assemblea legislativa e altre norme concernenti gli organi statutari (individuato poi come testo base per la revisione e votato a maggioranza). Questo più per chiarezza di informazione, poiché anche la corretta trasposizione dei dati fa la sua parte nella formazione delle idee; e questo ben lo sa la Destra che ci governa che con la legge Bavaglio ha messo in discussione questo potente mezzo: e soprattutto a questo riguardo – On. Servadei – non sarebbe il caso di battersi per il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti dalla Carta Costituzionale, nata dalla Resistenza?
Sono ritenuto “giovane” – in altri paesi alla mia età si è considerati ben maturi per svolgere anche ruoli di rilievo – ma nemmeno poi troppo per non comprendere che la politica rivesta il compito di connotarsi come disegno di trasformazione sociale, come progettualità orientata al futuro, che ha le sue radici in un passato che può essere continuamente re-iniziato. Modificare il presente comporta uno sforzo cosciente e costante, un cammino difficile, fatto di sofferenze e di fallimenti, che si costruisce dentro le possibilità storiche, nell’immanenza dei processi sociali e politici, soddisfatto anche di soluzioni parziali.
Mi chiedo perché si debba spendere tempo prezioso a parlare di divisione piuttosto che impiegarlo per migliorare ciò che già c’è, che non ha la pretesa di essere perfetto, ma che anzi, proprio per sua natura e costruzione è passibile di cambiamenti. Anziché pensare ad un governo separato e a due piccole regioni – a quel punto ridotte a comprimarie nell’orizzonte europeo e mondiale – perché non ragionare di come integrare e rafforzare, entro il contesto della Regione Emilia-Romagna, le province, i comuni e – in questa prospettiva – anche quelli dei territori romagnoli? Non si tratta di “lezioni”, ma di pratica concreta del buon senso, con lo sguardo al futuro. Le regressioni le lasciamo ai leghisti e ai loro compagni di viaggio …noi la Costituzione la leggiamo e difendiamo. Oggi e domani, sempre. Siamo romagnoli contemporanei e dunque, emiliano-romagnoli, europei, con gli occhi ben spalancati sul mondo.
Thomas Casadei, consigliere regionale PD

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  1. Europa | Thomas Casadei Consigliere Regionale - […] 20/09/2010 Lo sguardo al futuro e all’Europa dei romagnoli contemporanei. […]

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Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, ci son quelli che lottano più giorni e sono più bravi, poi ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora più bravi, infine ci sono quelli che lottano tutta una vita...essi sono gli indispensabili!

(Bertolt Brecht)

E' felice colui che sa dare senza ricordare ed è capace di ricevere senza dimenticare

(Che Guevara)

Non possono esistere i "solamente uomini", gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti

(Antonio Gramsci)

AMARE IL MONDO

Ci impegniamo, noi e non gli altri,

unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto, né che sta in basso,

né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo:

senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna,

senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna,

senza cercare perché non si impegna. Se qualche cosa sentiamo di "potere"

e lo vogliamo fermamente è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo,

si muta se noi ci facciamo nuovi, ma imbarbarisce

se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi. Ci impegniamo:

per trovare un senso alla vita, a questa vita

una ragione che non sia una delle tante ragioni

che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore.

Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per amarlo.

(Bertolt Brecht)

Come non ho timore di confessare l'utopia del socialismo, così non ho timore di confessare l'altra utopia, la più grande e la più pericolosa, che tutti gli uomini, come è scritto nella nostra Costituzione, avranno un giorno su questa terra pari e piena dignità sociale.

(Lelio Basso)

Davvero, vivo in tempi bui!

La parola innocente è stolta. Una fronte distesa

vuol dire insensibilità. Chi ride,

la notizia atroce

non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando

discorrere d'alberi è quasi un delitto,

perchè su troppe stragi comporta silenzio!

E l'uomo che ora traversa tranquillo la via

mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici

che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.

Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla

di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.

Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,

e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".

Ma come posso io mangiare e bere, quando

quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e

manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?

Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.

Nei libri antichi è scritta la saggezza:

lasciar le contese del mondo e il tempo breve

senza tema trascorrere.

Spogliarsi di violenza,

render bene per male,

non soddisfare i desideri, anzi

dimenticarli, dicono, è saggezza.

Tutto questo io non posso:

davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,

quando la fame regnava.

Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,

e mi ribellai insieme a loro.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.

Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.

Feci all'amore senza badarci

e la natura la guardai con impazienza.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.

La parola mi tradiva al carnefice.

Poco era in mio potere. Ma i potenti

posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta

era molto remota.

La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me

quasi inattingibile.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi

dove fummo travolti

pensate

quando parlate delle nostre debolezze

anche ai tempi bui

cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,

attraverso le guerre di classe, disperati

quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:

anche l'odio contro la bassezza

stravolge il viso.

Anche l'ira per l'ingiustizia

fa roca la voce. Oh, noi

che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,

noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora

che all'uomo un aiuto sia l'uomo,

pensate a noi

con indulgenza.

(Bertolt Brecht, “A coloro che verranno”, 1939)

Un libro prima di essere un oggetto di mercato è un rapporto sociale

(sensibili alle foglie)

www.sensibiliallefoglie.it - www.libreriasensibiliallefoglie.com

C'è un'unica

verità elementare

la cui ignoranza uccide

innumerevoli idee

e splendidi piani:

nel momento in cui

uno si impegna a fondo,

anche la Provvidenza

allora si muove.

Infinite cose accadono

per aiutarlo,

cose che altrimenti

non sarebbero

mai avvenute...

Qualunque cosa tu possa fare,

o sognare di poter fare

cominciala.

L'audacia ha in sé genio,

potere e magia.

Cominciala adesso.

(J. W. Goethe)

... prepareremo giorni e stagioni

a misura dei nostri sogni

( Paul Eluard)

No, giovani, armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purchè la vostra scelta presupponga il principio di libertà. Se non lo presuppone voi dovete respingerla, altrimenti vi mettereste su una strada senza ritorno, una strada al cui termine starebbe la vostra morale servitù: sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri. Se non volete che la vostra vista scorra monotona, grigia e vuota, fate che essa sia illuminata dalla luce di una grande e nobile idea. A voi tutti i più fervidi auguri per l'anno che sta sorgendo?

(Sandro Pertini, 31 dicembre 1978)

"La teoria pura va lasciata a coloro che hanno il buon tempo di riflettere soltanto, ma non hanno il tempo da dedicare alle vittime di questa terra"

(J.H. Cone)

La libertà ... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica

(Ignazio Silone, Uscita di Sicurezza)

Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere

(Paulo Coelho)

Non c'è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo sapiens. Ogni uomo infine, all'infuori della sua professione esplica una qualche attività intellettuale, è cioè un "filosofo", un artista, un uomo di gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare.

(Antonio Gramsci)

Un'antica leggenda cinese parla del filo rosso del destino, dice che gli dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai.

Jake Bohm (David Mazouz), in Touch, 2012

Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa,mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore. E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.

(Josè Saramago)

C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.

(Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno che ami e lui ricambia stringendoti più forte

(Charles Bukowski)

I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;

sempre liberi di separarsi senza separarsi mai

(Alfred Bougeard)

Incontrarsi fu trovarsi. Nel momento misterioso in cui le loro mani si toccarono, esse si saldarono.

Quando quelle due anime si scorsero, si riconobbero come necessità reciproca e si abbracciarono indissolubilmente

(I miserabili - Victor Hugo)